EVENTO

200 anni: l’eredità e il futuro

Una storia di tenacia dei Lucchesi nel difendere le proprie istituzioni culturali

Duecento anni rappresentano un traguardo notevole di continuità per un’istituzione delicata come un orto botanico, un giardino che chiede cure continue, un museo in cui le collezioni esposte sono a cielo aperto perché fatte di creature vive e silenti: le piante, gli esseri che forse più ignoriamo e meno rispettiamo.

Senza le piante non avremmo ossigeno da respirare, cibo per sette miliardi di persone, materiali insostituibili come la carta, i tessuti, il legno o i principi attivi di molti farmaci; ma soprattutto non avremmo tanta bellezza a riempie gli occhi e il cuore, con sentimenti di meraviglia ma anche di responsabilità per il nostro pianeta.

Gingko biloba, estate

La storia dell’Orto Botanico di Lucca è l’esempio della tenacia dei Lucchesi nel difendere le proprie istituzioni culturali, eredità del tempo in cui la città era una piccola capitale europea.

Nel momento in cui lo Stato lucchese cessò di esistere la città intese rientrare nel possesso dei suoi elementi identitari come le Mura e il Palazzo Ducale ricomprati dallo Stato Italiano. Così come intese conservare ad alto prezzo il Teatro del Giglio e l’Istituto Musicale. Altrettanto fece all’indomani della soppressione degli studi universitari: il Comune si fece carico di mantenere in vita anche l’Orto Botanico che dell’Università era uno specifico laboratorio scientifico. Non è stato facile questo sforzo complessivo soprattutto nelle ristrettezze economiche fra le due guerre mondiali.

Grazie all’amore di tanti studiosi, all’azione volontaria di tanti appassionati, grazie all’impegno lungimirante degli amministratori, da molti anni l’Orto è tornato a rinnovare la sua vocazione di luogo scientifico per la ricerca e la didattica, aperto ai cittadini e ai visitatori coinvolti in un’esperienza di fascino e di conoscenza del mondo della botanica.

Questa nostra istituzione così tanto amata rappresenta bene la fragilità della biodiversità e dell’ambiente che rischiano di non resistere all’aggressione dalle attività umane. L’Orto Botanico nel suo straordinario composto, magnifico equilibrio rappresenta il luogo della formidabile metafora del mondo migliore che vorremmo lasciare in eredità alle generazioni che verranno.

il sindaco Alessandro Tambellini