Acque con caratteristiche particolari alimentano un piccolo specchio d’acqua dove è stata riprodotta una torbiera a sfagno, un ambiente umido e delicato, poco diffuso a sud delle Alpi ma presente in Toscana anche a bassa quota. Lo sfagno è un muschio che forma soffici tappeti intrisi d’acqua. Contribuisce anche alla formazione della torba con le sue parti morte che, a causa dell’acidità e delle basse temperature, si decompongono solo parzialmente e si accumulano nel tempo.

Osserva:

  • La piccola e rara Drosera rotundifolia che l’Orto sta coltivando per conservarla anche fuori dal suo ambiente naturale; poi CERCA le altre specie di piante carnivore simili che sono radunate nel settore della Scuola botanica.
  • Uniche nel loro genere, rare e poco estese, le torbiere della Lucchesia hanno offerto rifugio a piante che provengono da climi passati molto diversi. La rosolida (Drosera rotundifolia), relitto di ere glaciali, trova sullo sfagno umidità e basse temperature anche in estate, mentre la felce florida (Osmunda regalis), amante del caldo, intercetta l’aria estiva con le sue lunghe fronde.

Un albero maestoso è il patriarca incontestato dell’Orto, piantato nel 1822 nel giardino appena aperto, è nato dai semi del primo cedro del Libano arrivato in Italia. Quattro adulti che si tengono per mano in cerchio darebbero un’idea della grande circonferenza del suo tronco che è di 6,5 metri a “petto d’uomo”, ovvero esattamente ad altezza abbracci. La tipica chioma appiattita, detta tabulare, copre una superficie molto vasta. È sostenuta da tiranti per problemi di stabilità e, per proteggerne le radici, non è possibile avvicinarsi al tronco.

Osserva:

  • In primavera ed estate, il verde delle foglie è rallegrato dalle fioriture. Aiutandoti con le immagini, prova ad associare i colori ai fiori e a scoprire quali specie fanno parte della flora italiana e quali no.
  • Il laghetto, presente già dalla fondazione dell’Orto, è stato ampliato dal direttore Bicchi nel 1870. La ricca vegetazione, garantendo ossigenazione e depurazione, mantiene l’ambiente in equilibrio e l’acqua limpida.

Un albero maestoso è il patriarca incontestato dell’Orto, piantato nel 1822 nel giardino appena aperto, è nato dai semi del primo cedro del Libano arrivato in Italia. Quattro adulti che si tengono per mano in cerchio darebbero un’idea della grande circonferenza del suo tronco che è di 6,5 metri a “petto d’uomo”, ovvero esattamente ad altezza abbracci. La tipica chioma appiattita, detta tabulare, copre una superficie molto vasta. È sostenuta da tiranti per problemi di stabilità e, per proteggerne le radici, non è possibile avvicinarsi al tronco.

  • Sulla stessa pianta sono presenti entrambi gli organi riproduttivi: gli strobili maschili, morbidi e più piccoli rispetto ai coni femminili (pigne), legnosi e a forma di botticella. TOCCA quelli nella cassetta.
  • La Bibbia cita spesso il cedro del Libano come simbolo, legando le caratteristiche della specie alle qualità di forza, grandiosità e incorruttibilità. I cedri, infatti, possono vivere per millenni diventando imponenti, il loro legno non marcisce facilmente e producono una resina aromatica che era usata nei processi di imbalsamazione.

Osserva la grandezza della ceppaia di questo ginkgo, piantato nel 1862. Colpito a metà del secolo scorso da un fulmine, si riprese magnificamente producendo i tre polloni che, quindi, appartengono allo stesso individuo. Il ginkgo viene chiamato albero dei ventagli in omaggio alla forma delle sue foglie. Quando, in novembre, diventano giallo brillante e cadono al suolo, formano un tappeto dorato che permette di apprezzare quanto sia vasta la sua chioma.

  • Le foglie divise in due lobi, presenti sulla punta dei rami più giovani, cui si deve il nome “biloba”;
  • i “chi chi”, strutture simili a mammelle, che in Oriente considerano di buon augurio per la fertilità. Si formano alla base dei rami più vecchi e il nostro albero, al momento, ne ha uno solo. Osserva la grandezza della ceppaia di questo ginkgo, piantato nel 1862. Colpito a metà del secolo scorso da un fulmine, si riprese magnificamente producendo i tre polloni che, quindi, appartengono allo stesso individuo. Il ginkgo viene chiamato albero dei ventagli in omaggio alla forma delle sue foglie. Quando, in novembre, diventano giallo brillante e cadono al suolo, formano un tappeto dorato che permette di apprezzare quanto sia vasta la sua chioma.

Alcune delle sostanze che contribuiscono al giallo delle foglie garantiscono proprietà benefiche per molti disturbi diversi. Anche dai semi si estraggono principi attivi, ma il nostro albero è un maschio, quindi non ne produce

  • Frangipani
    □ Exotic fruits
    ∆ Tropical and subtropical plants
    ⌂ Citrus collections
    Photos
    Deadly nightshade (Atropa belladonna)
    Tree cotton (Gossypium arboreum)
    Flat-leaved vanilla (Vanilla plantifolia)
    Tomato (Solanum lycopersicum)
    LOOK OUT FOR… the labels identifying large and small plants through their common names.
    You will find many friends from everyday life such as cooking or personal care. You will be able to
    identify through leaves and stems coffee, vanilla, cotton, foxgloves and many others.
    The name of the area, ‘Botanical School’, dates back to its original function which, according to the
    tradition of botanical gardens, housed collections that were living examples of the various systems
    of plant classification, the most famous of which is the Linnaeus’one.