Acque con caratteristiche particolari alimentano un piccolo specchio d’acqua dove è stata riprodotta una torbiera a sfagno, un ambiente umido e delicato, poco diffuso a sud delle Alpi ma presente in Toscana anche a bassa quota. Lo sfagno è un muschio che forma soffici tappeti intrisi d’acqua. Contribuisce anche alla formazione della torba con le sue parti morte che, a causa dell’acidità e delle basse temperature, si decompongono solo parzialmente e si accumulano nel tempo.

OSSERVA

….la piccola e rara Drosera rotundifolia che l’Orto sta coltivando per conservarla anche fuori dal suo ambiente naturale; poi CERCA le altre specie di piante carnivore simili che sono radunate nel settore della Scuola botanica.

Uniche nel loro genere, rare e poco estese, le torbiere della Lucchesia hanno offerto rifugio a piante che provengono da climi passati molto diversi. La rosolida (Drosera rotundifolia), relitto di ere glaciali, trova sullo sfagno umidità e basse temperature anche in estate, mentre la felce florida (Osmunda regalis), amante del caldo, intercetta l’aria estiva con le sue lunghe fronde.

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Sfagno (Sphagnum)
Euforbia palustre (Euphorbia palustris)
Campanella maggiore (Leucojum aestivum)
Genziana mettimborsa (Gentiana pneumonanthe)
Trifoglio d’acqua ((Menyanthes trifoliata)

Con le radici affondate nel fondo fangoso, diverse specie popolano il piccolo stagno e le sue rive. Tutte hanno sviluppato adattamenti specifici che permettono di crescere nelle zone umide, ambienti particolarmente ricchi di biodiversità, non solo vegetale, ma anche animale. La maggior parte delle piante proviene dalle zone umide della Lucchesia, ma sono presenti anche interessanti specie di altri continenti.

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In primavera ed estate, il verde delle foglie è rallegrato dalle fioriture. Aiutandoti con le immagini, prova ad associare i colori ai fiori e a scoprire quali specie fanno parte della flora italiana e quali no.

Il laghetto, presente già dalla fondazione dell’Orto, è stato ampliato dal direttore Bicchi nel 1870. La ricca vegetazione, garantendo ossigenazione e depurazione, mantiene l’ambiente in equilibrio e l’acqua limpida.

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Ibisco rosa (Hibiscus moscheutos) originario degli Stati Uniti orientali
Ninfea bianca (Nymphaea alba) flora italiana
Giaggiolo giallo (Limniris pseudacorus) flora italiana
Ninfea gialla (Nuphar lutea) flora italiana
Carice spondicola (Carex elata) flora italiana
Ibisco litoraneo (Hibiscus pentacarpos) raro, flora italiana

Un albero maestoso è il patriarca incontestato dell’Orto, piantato nel 1822 nel giardino appena aperto, è nato dai semi del primo cedro del Libano arrivato in Italia.

Quattro adulti che si tengono per mano in cerchio darebbero un’idea della grande circonferenza del suo tronco che è di 6,5 metri a “petto d’uomo”, ovvero esattamente ad altezza abbracci. La tipica chioma appiattita, detta tabulare, copre una superficie molto vasta. È sostenuta da tiranti per problemi di stabilità e, per proteggerne le radici, non è possibile avvicinarsi al tronco.

ALBERO MONUMENTALE D’ITALIA (cod: 26/E715/LU/09)
Nome scientifico: Cedrus libani (L.) A. Rich.
Famiglia: Pinaceae
Età stimata: oltre 200 anni
Circonferenza a 1,30 m: 655 cm
Altezza stimata: 20 m

Il Cedro del Libano è originario delle montagne del Libano, Turchia e Siria, dove formava estese foreste, oggi ridotte per lo sfruttamento millenario per ricavarne legname. Fu introdotto in Italia nell’Orto Botanico di Pisa nel 1787.

OSSERVA

Sulla stessa pianta sono presenti entrambi gli organi riproduttivi: gli strobili maschili, morbidi e più piccoli rispetto ai coni femminili (pigne), legnosi e a forma di botticella.

TOCCA quelli nella cassetta.

La Bibbia cita spesso il cedro del Libano come simbolo, legando le caratteristiche della specie alle qualità di forza, grandiosità e incorruttibilità. I cedri, infatti, possono vivere per millenni diventando imponenti, il loro legno non marcisce facilmente e producono una resina aromatica che era usata nei processi di imbalsamazione.

Osserva la grandezza della ceppaia di questo ginkgo, piantato nel 1862. Colpito a metà del secolo scorso da un fulmine, si riprese magnificamente producendo i tre polloni che, quindi, appartengono allo stesso individuo. Il ginkgo viene chiamato albero dei ventagli in omaggio alla forma delle sue foglie. Quando, in novembre, diventano giallo brillante e cadono al suolo, formano un tappeto dorato che permette di apprezzare quanto sia vasta la sua chioma.

ALBERO MONUMENTALE D’ITALIA (cod: 27/E715/LU/09)
Nome scientifico: Ginkgo biloba L.
Famiglia: Ginkgoaceae
Età stimata: oltre 160 anni
Circonferenza a 1,30 m: 326 – 353 – 325 cm
Altezza stimata: 26 m

La specie Ginkgo biloba proviene dalla Cina, è considerata un fossile vivente e forse è estinta in natura. In Oriente è coltivata da millenni in luoghi sacri e in Italia arriva nel 1750 all’Orto botanico di Padova.

CERCA

  • Le foglie divise in due lobi, presenti sulla punta dei rami più giovani, cui si deve il nome “biloba”;
  • i “chi chi”, strutture simili a mammelle, che in Oriente considerano di buon augurio per la fertilità. Si formano alla base dei rami più vecchi e il nostro albero, al momento, ne ha uno solo.

Alcune delle sostanze che contribuiscono al giallo delle foglie garantiscono proprietà benefiche per molti disturbi diversi. Anche dai semi si estraggono principi attivi, ma il nostro albero è un maschio, quindi non ne produce.

Con Deliberazione della Giunta Comunale del 06/03/2025 è stato approvato CODICE DI COMPORTAMENTO DEI VISITATORI dell’Orto botanico di Lucca-Museo ‘Cesare Bicchi’.

Di seguito si riporta il testo integrale del Codice.

LA VISITA È CONSENTITA LUNGO I PERCORSI IN GHIAIA
I visitatori sono tenuti a seguire i vialetti in ghiaia e a non calpestare i tappetti erbosi e le aree sottostanti gli alberi, poiché il calpestio continuo compatta il terreno causando danni all’apparato radicale delle piante.
Non è consentito sdraiarsi sui prati, salire sugli alberi, appendersi ai rami. Per le soste possono essere usate le panchine dislocate lungo i percorsi.
Per la sicurezza dei visitatori e per la salvaguardia di habitat, alberi monumentali e di altri elementi sensibili del patrimonio museale, alcune aree sono state interdette; si raccomanda di non superare le barriere presenti.

NON È POSSIBILE FUMARE E FARE PIC-NIC
Nel rispetto dell’istituzione museale, non è possibile fumare e allestire pic-nic in qualsiasi zona dell’Orto Botanico.

NON RACCOGLIERE PIANTE, FIORI, FRUTTI, FUNGHI E NON DISTURBARE GLI ANIMALI
Nell’Orto Botanico non è possibile raccogliere o danneggiare piante o parti di esse anche se cadute a terra (fiori, frutti, pigne, semi), funghi. Si raccomanda di non disturbare gli animali, compresi i pesci delle vasche, e di non dar loro cibo.

NON RILASCIARE TARTARUGHE, ALTRI ANIMALI E PIANTE
Non è possibile introdurre e rilasciare nel laghetto e nelle altre zone del giardino tartarughe, pesci e altri animali o piante di qualsiasi specie.

NON INTRODURRE MEZZI, GIOCHI, OGGETTI INGOMBRANTI
Non è possibile entrare nell’Orto Botanico con biciclette, skateboard, frisbee, palle, droni, oggetti ingombranti ecc., né svolgere attività che possano recare danno o disturbo.

NON LASCIARE INCUSTODITI BAMBINI E SCOLARESCHE
L’Orto Botanico è un museo e per ragioni di sicurezza e di salvaguardia del patrimonio è necessario sorvegliare bambini e scolaresche. Non è possibile correre, fare sport e organizzare attività ludiche e ricreative non autorizzate e concertate preventivamente con l’amministrazione comunale.

È CONSENTITO L’ACCESSO AI CANI DI PICCOLA TAGLIA
È permesso l’accesso ai cani di piccola taglia, al guinzaglio o nel trasportino. È comunque sempre consentito l’accesso ai cani guida. Si raccomanda la raccolta delle deiezioni e l’adozione di tutte le necessarie precauzioni. Gli animali dovranno rimanere sui percorsi di visita, non scavare buche, danneggiare piante e altri animali.

È POSSIBILE FARE FOTO E VIDEO SOLO PER USO PERSONALE
È consentito fare foto e riprese audio-video solo per uso strettamente personale e se realizzate negli spazi ordinariamente visitabili, negli orari e con le modalità previste per l’apertura al pubblico. Per uso personale non è possibile l’utilizzo di attrezzature supplementari (ad es. cavalletti, stativi, binari, microfoni, aeromobili a pilotaggio remoto, ecc.) né allestire set fotografici. Qualsiasi ripresa ai fini commerciali o con uso di attrezzature supplementari dovrà essere autorizzata dall’amministrazione comunale e concordata con la direzione dell’Orto Botanico.

NON SMUOVERE PIETRE, SASSI E GHIAIA E NON GETTARLI IN FONTANE, SPECCHI D’ACQUA, VASI E PRATI
Si prega di non prelevare alcuna pietra dalla montagnola, da pavimentazioni, muri e altri manufatti e di non gettare ghiaia e altro materiale nel laghetto, torbiera, fontane e vasche. Non spostare vasi, cartellini identificativi delle piante e altri oggetti legati alla gestione e all’arredo del giardino.

ATTENZIONE! MOLTE PIANTE SONO TOSSICHE
Nell’Orto Botanico sono coltivate piante tossiche o velenose che in caso di ingestione o di contatto possono provocare, soprattutto nei bambini, problemi anche gravi. Siete pregati di fare attenzione e di sorvegliare i vostri bambini e i vostri animali.

IN CONDIZIONI METEO AVVERSE L’ORTO BOTANICO POTREBBE CHIUDERE
Per ragioni di sicurezza, con il peggiorare repentino delle condizioni meteorologiche o per altre cause di forza maggiore, l’Orto Botanico si riserva la facoltà di chiudere anticipatamente rispetto all’orario in vigore, invitando ad uscire i visitatori presenti.