STORIA
All’origine del nome Camelia
Tutte le volte che la parola camelia nasce nel pensiero, affiora sulle labbra oppure si traduce in scrittura stabiliamo un ponte con questi meravigliosi organismi verdi, ma inconsapevolmente evochiamo un uomo, una vita sbocciata il 21 aprile di oltre 350 anni fa.
Le camelie sono arbusti e alberi sempreverdi provenienti dall’Oriente dove, dal Nepal al Giappone, dalla Cina meridionale all’Indocina, comprese alcune isole indonesiane e le Filippine, crescono centinaia di specie selvatiche. Approdate in Europa nel XVIII secolo, hanno conquistato giardini e giardinieri, vivaisti e collezionisti, aristocratici e scienziati, città e territori. Una passione senza fine che ha portato alla selezione di migliaia di varietà coltivate (oltre 18.000) per la bellezza delle tante combinazioni del fiore e l’eleganza sobria che contraddistingue questi arbusti dal fogliame lucido e sempreverde.
Nella lingua italiana ‘camelia’ è un sostantivo femminile per arbusti della famiglia delle Theaceae, nonché la traduzione dal latino di Camellia, nome di genere coniato e pubblicato per la prima volta da Carlo Linneo (1707-1778) nel 1753 nella sua opera intitolata Specie plantarum. Al nuovo genere riferisce piante giapponesi che a suo parere fanno capo a una sola specie che appunto chiamerà Camellia japonica. Per la camelia del tè, oggi Camellia sinensis, Linneo riserva il binomio di Thea sinensis, da cui trae origine il nome della famiglia di riferimento.
Come è noto Linneo mise a punto un sistema di classificazione dei vegetali (Systema sexuale), basato sulle caratteristiche riproduttive delle piante e una nomenclatura binomiale (ancor oggi in uso) per la designazione delle specie, fino ad allora, distinte all’interno dei generi di riferimento, attraverso frasi descrittive più o meno articolate in lingua latina.Da quel momento, il nome scientifico delle specie è composto di due nomi indissociabili in latino: il nome del genere seguito dall’epiteto specifico, che distingue, in tal modo, ogni specie appartenente al medesimo genere. La giusta trascrizione del binomio deve essere in corsivo, con la prima lettera del nome generico maiuscolo, epiteto minuscolo, nome degli autori coinvolti nella corretta nomina e descrizione dell’entità in tondo, se necessario abbreviati da punto e compresi tra parentesi (es. Camellia japonica L.).
Nel suo prezioso lavoro sul Regnum vegetabile, nomina generi e specie sia attingendo a nomenclature già esistenti sia creando nuove denominazioni. Molti nomi generici di piante commemorano personaggi storici o mitologici (eponimi) mentre l’epiteto specifico è più spesso evocativo delle caratteristiche intrinseche della specie (morfologiche, geografiche, ecc.).
Engelbert Kaempfer (1615-1716), medico e naturalista tedesco di stanza a Deshima dal 1690 al 1692, a proposito della flora giapponese, nella sua opera Amoenitatum exoticarum politico physico medicarum (1712), descrive come ‘Tsubaki’ (nome locale giapponese) quelle piante che, da Linneo, saranno rinominate sotto il genere Camellia e attribuite all’unica specie da lui riconosciuta, Camellia japonica.
Camellia nasce da una dedica che Linneo fa a un missionario che ha contribuito alla conoscenza di piante e animali sconosciuti, degli usi e costumi delle Filippine.
Un’illustrazione riferibile alla camelia presente all’interno dell’opera Amoenitatum exoticarum politico physico medicarum di Kaempfer
L’eponimo di Camellia è Georg Joseph Kamel, da alcuni trascritto G. J. Camel, latinizzato Georgius Josephus Camellus, nato il 21 aprile del 1661 a Brno, oggi città della Repubblica Ceca.
Nell’ambito della Storia della Scienza, Sebastien Kroupa dell’Università di Cambridge ha dedicato a Kamel importanti e recenti contributi.
G.J. Kamel si formò presso i Gesuiti, dapprima frequentando il seminario poi il collegio dove fu avviato alla pratica farmaceutica. Nel 1682 entrò,a far parte della Compagnia di Gesù e nel 1687 viene inviato nelle Filippine, allora colonia spagnola, con il preciso compito di fondare una farmacia presso il collegio gesuitico di Intramuros, l’antica città fortificata di Manila. Qui Kamel realizzò un giardino annesso alla farmacia dove coltivare piante medicinali, molte delle quali appartenenti alla flora locale che studiò e catalogò attraverso accurati disegni a china, preparazione di campioni, meticolose descrizioni, comprendenti indicazioni circa l’utilizzo presso i nativi nonché i nomi locali. Rimane famosa la scoperta delle virtù officinali quella pianta localmente chiamata Igasur (Strychnos ignatii P.J.Bergius o Ignatia amara L. fil), originaria delle Isole Visayas. Potente narcotico, la polvere ottenuta dai semi (fave di Sant’Ignazio in onore di San’Ignazio di Loyola) era utilizzata come vomitoria e febbrifuga.
Georg Joseph Kamel
Kamel divenne rapidamente autorevole, alle sue cure si affidavano in molti e il suo lavoro fu tenuto in gran considerazione anche dagli intellettuali europei. Entrò in contatto e collaborò con botanici e naturalisti della portata di John Ray (1627-1705) e James Petiver (1663-1718) ai quali inviò campioni e note su piante e animali delle Filippine pubblicate nei loro contributi scientifici.
Gran parte della sua opera resta inedita, manoscritti sulla flora e la fauna della sua seconda patria sono conservati presso la British Library di Londra mentre voluminosi pacchi di exsiccata sono conservati presso il Natural History Museum della capitale inglese.
Kamel muore di dissenteria a Manila il 2 maggio del 1706, Carlo Linneo, che ne ha immortalato la memoria, nascerà a distanza di circa un anno il 23 maggio 1707 a Råshult, in Svezia.
A cura di Alessandra Sani, curatore dell’Orto botanico di Lucca