STORIA

L’Orto Botanico voluto da due Donne

Due sovrane, contrapposte nel destino, con una grande passione per la scienza delle piante

Elisa Bonaparte Baciocchi e Maria Luisa di Borbone furono due sovrane con un grande interesse per la scienza delle piante. Le loro vite si intrecciarono durante gli splendori e il declino dell’Impero napoleonico. Elisa, la più intraprendente e la più ambiziosa fra le sorelle di Napoleone, voleva ostinatamente essere messa alla prova come governante.

Per mantenere l’indipendenza del loro piccolo Stato, i Lucchesi raccolsero questo desiderio rivolgendosi all’Imperatore, così Elisa divenne principessa di Lucca Piombino nel 1805. Negli stessi anni Maria Luisa di Borbone, spodestata dal ducato di Parma dalle truppe francesi fu elevata da Napoleone a regina d’Etruria, il vecchio Granducato di Toscana tolto agli Asburgo-Lorena nel 1801. Restata vedova con due figli piccoli, ben presto Maria Luisa si scontrò con la prepotenza imperiale e con l’ambizione incontenibile di Elisa che voleva allargare il suo regno ben oltre i confini della piccola Lucca. Nel 1807 il Regno d’Etruria fu inglobato nel territorio dell’Impero e affidato a Elisa con il titolo di Granduchessa di Toscana. Maria Luisa, fuggiasca e impaurita, fu privata dei figli e messa agli arresti in un convento di Roma per aver un tentato la fuga in Inghilterra.

Queste donne tenaci, contrapposte dal destino furono accomunate da innegabili meriti: l’impegno a favore del buongoverno e per le opere pubbliche, per le arti e le scienze. Seppero scegliere le migliori personalità provenienti dalla vecchia aristocrazia e dalla nuova classe borghese per modernizzare lo Stato, le manifatture e l’agricoltura. Elisa finanziò la sperimentazione di nuove colture sia a Lucca che a Piombino: cotone (Gossypium sp.pl.) e ramiè (Boehmeria nivea) da cui ricavare filati e tessuti, arachidi (Arachis hypogaea) per uso alimentare, zaffrone (Carthamus tinctorius) e l’Indaco (Indigofera tinctoria) per la tintura dei tessuti. Sotto il suo governo fu studiata la panificazione della farina di patate e la raffinazione dello zucchero dalla farina di castagne. Ma l’operazione botanica più rilevante della principessa fu la creazione di un nuovo giardino di paesaggio intorno alla villa di Marlia dove furono introdotte centinaia di specie esotiche e rare la maggior con parte delle quali arrivate dai giardini della Reggia di Caserta fra le quali una rara Camellia japonica, forse la prima giunta a Lucca in quel periodo. L’8 febbraio 1814 Elisa approvò la costituzione di un Orto Botanico, così come richiesto dalla facoltà di medicina e dal Comitato d’incoraggiamento dell’agricoltura arti e commercio e dispose il suo mantenimento sul bilancio dello Stato. Ma con lo sbarco a Livorno delle truppe anglo sicule di Lord William Bentinck fuggì da Lucca lasciando il progetto del giardino scientifico interrotto.

Elisa Bonaparte

Risarcita dal Congresso di Vienna proprio con il trono di Lucca, Maria Luisa di Borbone ebbe ragione della sua antagonista e volle farle ombra con un piano di opere pubbliche molto ambizioso. Il 23 maggio 1820 consegnò al Real Liceo la Piaggia romana, un appezzamento di terreno prativo e acquitrinoso fra le Mura e il convento di San Micheletto dove sorse l’Orto Botanico a corredo della facoltà di medicina della nuova università lucchese da lei rifondata nel 1819.

Camellia japonica — H. Schwegman, Icones plantarum rariorum, 1793

Donò alla nuova istituzione 111 piante provenienti dai vivai di Marlia fra cui il Cedro del libano ancora vivente. La committenza botanica di Maria Luisa non si fermò, ingrandì il parco di Marlia e ordinò a Lorenzo Nottolini la progettazione per questa residenza di una grande serra calda per le piante tropicali paragonabile a quella della Malmaison. L’edificio restò purtroppo sulla carta per la precoce morte della duchessa nel 1824, ma gli effetti delle ‘opere verdi’ furono notevoli per giardini e negli orti di tutto il Ducato: infatti l’Orto Botanico oltre a luogo di studio divenne in breve tempo anche un vivaio con un catalogo di vendita e fu il punto di introduzione e diffusione in Lucchesia centinaia di cultivar orticole e piante esotiche di interesse ornamentale o alimentare che si diffusero così sul territorio.